NOTIFICA A MEZZO POSTA DI ATTI GIUDIZIARI. LA RIFORMA DI CUI ALLA FINANZIARIA 2018

Il legislatore ha apportato alcune novità con la nuova Legge di bilancio (art. 1 comma 461) in materia di notificazione degli atti giudiziari, novellando il testo della l. 890/1982, la quale disciplina la tematica delle “Notificazioni di atti a mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse con la notificazione di atti giudiziari”

 

Il primo intervento riguarda l’art. 1 comma 3 della Legge che ora recita :

Il servizio deve essere erogato da operatori postali in possesso della licenza di cui all’articolo 5, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, e deve rispettare gli obblighi di qualità minima stabiliti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ai sensi della legge 4 agosto 2017, n. 124“.

Inoltre, all’art. 3: Per le notificazioni di atti in materia civile e amministrativa effettuate prima dell’iscrizione a ruolo della causa, o del deposito del ricorso, l’avviso di ricevimento deve indicare come mittente la parte istante o il suo procuratore quando sia stato già nominato. Per le notificazioni in materia penale e per quelle in materia civile e amministrativa effettuate in corso di procedimento, sull’avviso di ricevimento e sul piego devono essere indicati come mittenti, con indicazione dei relativi indirizzi, ivi compreso l’indirizzo di posta elettronica certificata ove il mittente sia obbligato per legge a dotarsene, la parte istante o il suo procuratore o l’ufficio giudiziario, a seconda di chi abbia fatto richiesta della notificazione all’ufficiale giudiziario. In ogni caso il mittente che non sia gravato dall’obbligo di cui al periodo precedente può sempre indicare un indirizzo di posta elettronica certificata ai fini della trasmissione della copia dell’avviso di ricevimento ai sensi dell’articolo 6. Nei casi in cui il cancelliere deve prendere nota sull’originale del provvedimento dell’avvenuta notificazione di un atto di impugnazione o di opposizione, la ricevuta di ritorno deve indicare come mittente l’ufficiale giudiziario tenuto a dare avviso dell’impugnazione o dell’opposizione.

L’art. 7, comma 4, prevede che “Se il destinatario o le persone alle quali può farsi la consegna rifiutano di firmare l’avviso di ricevimento pur ricevendo il piego, ovvero se il destinatario rifiuta il piego stesso o di firmare documenti attestanti la consegna, il che equivale a rifiuto del piego, l’operatore postale ne fa menzione sull’avviso di ricevimento indicando, se si tratti di persona diversa dal destinatario, il nome ed il cognome della persona che rifiuta di firmare nonché la sua qualità, appone la data e la propria firma sull’avviso di ricevimento che è subito restituito al mittente in raccomandazione, unitamente al piego nel caso di rifiuto del destinatario di riceverlo. Analogamente, la prova della consegna è fornita dall’addetto alla notifica nel caso di impossibilità o impedimento determinati da analfabetismo o da incapacità fisica alla sottoscrizione.

In caso di smarrimento del plico, l’operatore tenuto all’attività di notifica, dovrà corrispondere un indennizzo al mittente dello stesso, nella misura stabilita dall’AGCOM. Nessuna indennità dovrà invece essere dovuta nel caso di smarrimento dell’avviso di ricevimento; tuttavia, l’operatore è tenuto a rilasciare al mittente un duplicato dello stesso, senza ulteriori costi aggiuntivi.

Di prassi, nel caso in cui il mittente abbia indicato un indirizzo pec, l’avviso di ricevimento verrà trasmesso al medesimo in formato digitale; presso l’ufficio dell’operatore, sarà conservato il documento cartaceo, che potrà essere ritirato dal mittente.

La riforma entrerà in vigore dal 1° febbraio 2018.